Mi capita molto spesso di essere contattata da mamme in dolce attesa in ricerca di informazioni su corsi di movimento, ginnastica, yoga, acquaticità o pilates dedicato al momento della gravidanza.
Personalmente, quello del lavoro corporeo è un campo che mi interessa moltissimo: non è a caso che ho deciso di dedicarmi alla educazione e riabilitazione del pavimento pelvico, che sto frequentando una scuola di danzaterapia per il percorso nascita, che da un paio d'anni conduco corsi di movimento per le pance...
Più proseguo in questa stupenda ed immensa professione di Vita che è l'Essere Ostetrica, più sto accanto alle Donne, più il mio Corpo mi chiama per occuparmi di lui.
Sono fermamente convinta che per poter stare accanto agli altri, occorre partire da se stessi. E' una cosa che qualcuno mi aveva raccontato, tempo fa. Ma è solo vivendolo come un'esigenza, un bisogno naturale, è l'avvertirlo come il normale prolungamento (o punto di partenza?) di quello che è il mio lavoro, che gli consente di manifestarsi a pieno.
Così, prima di stare con gli altri, capisco di dover stare con me stessa. Prima di far danzare, danzo. Prima di essere riabilitatrice delle mie donne, lo sono di me stessa.
Qualche giorno fa, alle donne del mio corso di accompagnamento alla nascita, concludendo l'incontro dedicato all'allattamento al seno, ho fatto loro un augurio: non di allattare, non di non vivere difficoltà o di non avere ragadi, ma semplicemente di essere sempre con loro stesse, in sintonia ognuna con il proprio corpo. Di ascoltarlo ed ascoltarsi. Perché il nostro corpo sa, e non dobbiamo fare altro che seguirlo, per avere tutte le risposte che cerchiamo.
Più proseguo in questa stupenda ed immensa professione di Vita che è l'Essere Ostetrica, più sto accanto alle Donne, più il mio Corpo mi chiama per occuparmi di lui.
Sono fermamente convinta che per poter stare accanto agli altri, occorre partire da se stessi. E' una cosa che qualcuno mi aveva raccontato, tempo fa. Ma è solo vivendolo come un'esigenza, un bisogno naturale, è l'avvertirlo come il normale prolungamento (o punto di partenza?) di quello che è il mio lavoro, che gli consente di manifestarsi a pieno.
Così, prima di stare con gli altri, capisco di dover stare con me stessa. Prima di far danzare, danzo. Prima di essere riabilitatrice delle mie donne, lo sono di me stessa.
Qualche giorno fa, alle donne del mio corso di accompagnamento alla nascita, concludendo l'incontro dedicato all'allattamento al seno, ho fatto loro un augurio: non di allattare, non di non vivere difficoltà o di non avere ragadi, ma semplicemente di essere sempre con loro stesse, in sintonia ognuna con il proprio corpo. Di ascoltarlo ed ascoltarsi. Perché il nostro corpo sa, e non dobbiamo fare altro che seguirlo, per avere tutte le risposte che cerchiamo.
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