Oggi ho rivisto una foto di qualche tempo fa. Ci sono io insieme ad un gruppo di colleghe durante un corso di formazione sulla conduzione dei corsi di accompagnamento alla nascita. Quella fu per me un'occasione di scoprire ed aprire gli occhi su me stessa e sui miei desideri. Fu infatti durante quel corso che compresi veramente e con coscienza che avrei realmente intrapreso la libera professione.
Ora ripenso
a quanto fossi dubbiosa e scoraggiata, non troppo tempo fa, all'idea di intraprendere la
professione dell'ostetrica nel modo in cui volevo farlo io, da libera
professionista, per aiutare le mamme in un modo che mi appartiene, quello della
vicinanza, del contatto, dell'incontro. Il modo del prendersi del tempo, tanto
tempo prezioso da dedicare ad una singola mamma, a casa sua, giorno dopo
giorno, camminando insieme... Pensavo che per creare un percorso diverso, in
grado di affiancare l'assistenza ospedaliera, bisognasse essere ostetriche grandi,
conosciute, quasi famose... Mi dicevo “Ma chi mai si metterà ad ascoltare una
giovane sbarbata come me?”. Questo è quello che mi era sempre stato detto, ed è
quello che molte colleghe oggi continuano a dire: per lavorare fuori
dall’ospedale, occorre prima aver avuto una grande esperienza in ospedale.
Niente di più falso, parola di testimone.
Per
quanto impegnativo e difficile possa essere muovere i primi passi nel mondo
della libera professione ostetrica, un mondo che durante gli anni di studio
universitario viene visto e dipinto come un’irraggiungibile chimera, ho scoperto che,
semplicemente, come in tutte le cose, basta esserci. Esserci al 100%, con le
donne e per le donne, con professionalità e competenza, accompagnando con rispetto,
senza giudicare, lasciando da parte la fretta. Occorre non smettere mai di
studiare, formarsi ed informarsi, ma soprattutto occorre saper ascoltare e
rispettare. Si deve essere pronti a cambiare, per crescere come persone e come
professioniste. Crescere come donne, in mezzo ad altre donne. Cambiando idea,
esplorando nuove prospettive, abbandonando certezze per abbracciare più ricchi
e vasti orizzonti. Occorre essere in ascolto e in apertura.
Io
credo che qualsiasi ostetrica dovrebbe essere questo, o almeno provarci. Per poter essere così, io ho bisogno di essere libera.
Più
vado avanti, nonostante la fatica e la stanchezza di alcuni giorni, le sveglie
presto tutte le mattine, i pasti saltati, le corse in auto, il lavoro fino a
sera tardi e i progetti sempre nuovi da definire davanti al computer a notte
inoltrata, capisco che sono contenta, e per una volta lo voglio proprio dire:
sono fiera di me. E come potrei non esserlo, con le emozioni che le famiglie
che incontro mi regalano?
mamma Eleonora e io
BUON 8 MARZO A TUTTE LE DONNE...
...che voi possiate sempre inseguire
i vostri sogni più grandi...
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