12 febbraio, sciopero di ginecologi e ostetriche nelle sale parto italiane: sarà garantita comunque l'assistenza al parto delle donne in travaglio, non verranno effettuati tagli cesarei programmati e induzioni programmate, idem per visite specialistiche, ecografie ostetriche, esami. Il tutto per puntare l'attenzione su come i tagli stiano mettendo in ginocchio l'assistenza, e per le polemiche sui livelli del contenzioso medico-legale.
Io NON CONDIVIDO e NON ADERISCO allo sciopero. Scioperare non farà altro che far ricadere i disagi di un'assistenza già in difficoltà sempre sulle stesse persone: le donne. Lascio perdere il discorso dei ginecologi e mi rivolgo alle colleghe: abbiamo bisogno di farci sentire, di far capire quanto le ostetriche sono importanti per le mamme? Bene. Invece di scioperare, invece di sparire ulteriormente da uno scenario che fa già pena in quanto a qualità dell'assistenza, invece di dire "Guardate che casino se non ci siamo noi", perché non invertire la rotta e parlare di "Guardate, insieme, cosa possiamo fare con e per le donne"? Perchè, invece di scioperare, non possiamo impegnarci, tutte insieme, nei reparti, nelle sale parto, da volontarie, per un giorno o meno, manifestando accanto alle donne, dedicandoci a loro, una per una? Non è questo che continuiamo a dire? Non è forse questo quello che vorremmo? L'assistenza one-to-one, un'ostetrica che stia con una donna, che la accompagni da vicino, che le stia davvero accanto, invece di doversi dividere tra burocrazia, emergenze, impegni, cambi di turno... Perché non tendere una mano, ed aprirci, invece di continuare lungo la strada della devozione alla chiusura?
Penso a quelle donne la cui data del termine è intorno a questo fatidico 12 febbraio 2013. Penso che, in mezzo al consueto carico di paura, mistero, agitazione, fermento che si vive andando incontro al momento della nascita, aggiungere quella lucina-allarme dal nome "sciopero del personale delle sale parto" non aiuta.
Penso a queste donne, e raccolgo l'idea della collega di Bergamo Nadia Rovelli, docente universitaria presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, che suggerisce a tutte noi, ostetriche, colleghe, sorelle, di non sparire, ma anzi di esserci, oggi più che mai. Perché se c'è bisogno di farci sentire, se c'è bisogno di far capire cosa possiamo fare e cosa vorremmo fare se ne avessimo le possibilità, se ci fossero date condizioni di lavoro più dignitose...se c'è bisogno di alzare la testa e illuminare gli animi e le coscienze, non è sparendo dalla circolazione incrociando le braccia sul petto per 24 ore che lo si fa.
Scioperare il 12 febbraio non farà bene alle persone che vorremmo o che dovremmo proteggere. Scioperare non farà altro che far arrivare Natale due volte, quest'anno.
Il Coraggio che dimostri con queste parole mi commuove e mi da forza...mi contiene sapere che hai scelto di essermi accanto con la tua professione, la tua passione, la tua Arte... GRAZIE e te lo scrivo come "specchio riflettente" la Donna, la Madre che con te può dormire serena accanto al bebè che custodisce...mi unisco alla tua voce:..UNITEVI non separatevi nè fra di voi nè dalle mamme !!!!...voce di mamma che "gravi-DANZA"
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