lunedì 4 giugno 2012

Essere ostetrica, diventare zia

Oggi ho passato un bella giornata. Dopo la solita sveglia delle 6, la colazione ancora da addormentata, il viaggio in auto, la mattinata passata in Mater Domini per assistere la ginecologa durante la seduta chirurgica delle colposcopie (dove c'è sempre qualcosa di nuovo ed interessante da imparare!), sono andata a trovare due mie "nipotine".
Essere un'ostetrica condotta ti porta ad entrare in punta di piedi nelle case delle persone, e accade che diventi un po' parte integrante della loro famiglia. 
Io lo faccio per passione, per lavoro, e mi sembra la cosa più naturale del mondo stare loro vicina, sentire come stanno, andarle a trovare, rispondere ai loro sms in caso di dubbio... Eppure, forse, non lo è.
Del resto, è proprio per questo che ho deciso di non lavorare in ospedale. Stare sul territorio mi piace, e ogni giorno scopro che ce n'è veramente bisogno. Sapere di avere qualcuno di fidato a cui poter chiedere in caso di bisogno, forse è già un ottimo punto di partenza, una sorta di garanzia. Avere la mente serena per il semplice fatto di sapere di avere un cuscino morbido su cui poter atterrare... Insomma, una cosa che molte mamme cercano.
E' proprio una cosa così semplice, banale, scontata? Forse no.

L'affetto che incontro negli occhi e nei cuori dei genitori che conosco ed assisto mi commuove e mi emoziona ogni volta. Dal semplice gesto di ricevere sul cellulare le foto dei cuccioli che crescono, o un commento dolce su facebook, alla meraviglia di essere chiamata "la zia Ele" e di essere invitata al battesimo del bebè. Ed è proprio lavorando sul territorio, da libera professionista, ricalcando le orme delle mie antenate, le ostetriche condotte, che per me è possibile entrare davvero in contatto, in intimità e complicità con le donne, ascoltare i loro bisogni, sapere come rispondere nel migliore dei modi, trovare passo dopo passo la giusta via per accogliere, accompagnare, sostenere.

Quello che faccio io per loro, per voi, mi appare ovvio, giusto, dovuto, scontato, indispensabile, buono. E l'affetto che ricevo in cambio è enorme e meraviglioso! Non riesco più ad immaginare la mia vita senza questi gesti quotidiani, senza lo scambio di attenzioni, senza il pensiero di tutti questi cuccioli, delle loro mamme e dei loro papà che affolla la mia mente dai primi minuti del mattino, fino a poco prima di addormentarmi.
Essere ostetrica significa portare il lavoro a casa. Perché, prima di tutto, lo porti nel cuore.





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